Guida al Toolkit

Toolkit Disaster Preparedness (successivamente chiamato semplicemente Toolkit), è uno strumento dinamico che, capitalizzando le esperienze già maturate, ha l’obiettivo di fornire raccomandazioni e procedure ad enti e istituzioni ma anche a cittadini, che permettano di migliorare la prevenzione dei disastri, di rendere più efficaci e strutturate le azioni post-disastro, di migliorare la risposta ai disastri, di ridurre le criticità in tutte le fasi e, soprattutto, di evitare errori già percorsi.  L’idea del Toolkit nasce dalla necessità di avere uno strumento in grado di mappare ogni aspetto critico nella gestione di un disastro, selezionando una serie di buone e cattive pratiche al fine di poter gestire al meglio in futuro eventuali situazioni analoghe. Il toolkit di Territori Aperti prende ispirazione da altri strumenti già esistenti come iDevelopment Co-operation TIPs dell’Organizzazione per la Cooperazione elo Sviluppo Economico (OCSE) o lo Standard Operating Procedures for Research Integrity (SOPs4RI) Toolbox4, che forniscono una serie di schede e di indicazioni utili per le persone interessate.

Il toolkit di Territori Aperti si compone di schede, ognuna con una struttura definita e dettagliata qui di seguito. Per maggiori informazioni sul toolkit e sulla sua realizzazione tecnica, si rimanda al deliverable scaricabile dal link dedicato.

STRUTTURA SCHEDA

La scheda è suddivisa in 3 parti:

  • CAMPI PREDEFINITI: utilizzati per inquadrare la scheda.
  • RACCOMANDAZIONE: definisce una serie di linee guida o procedure che permettono di migliorare la risposta ai disastri e di conseguenza la resilienza, di rendere più efficaci e strutturate le azioni post-disastro, di ridurre le criticità in tutte le fasi e di evitare gli errori commessi in passato. Inoltre, in questa sezione, vengono definite le misure o indicatori di successo. Le raccomandazioni si basano sugli esiti delle esperienze identificate e documentate nella sezione “IN PRATICA”.
  • IN PRATICA: colleziona le esperienze svolte presso enti e organizzazioni locali e territoriali per affrontare una o più specifiche azioni connesse a tre fasi: l’emergenza, il post-emergenza e la ricostruzione. Le esperienze vengono riportate in maniera sintetica al fine di documentare quanto realizzato in un contesto reale. Per ciascuna esperienza, viene indicata la fonte.

CAMPI PRE-DEFINITI

  • Titolo: Titolo della scheda seguito da una breve descrizione
  • Ultimo aggiornamento della scheda: Riporta la data dell’ultimo aggiornamento della scheda.
  • Fase: Indica la fase dell’emergenza a cui fa riferimento la scheda. Sono state identificate tre possibili fasi:
    • Emergenza: azioni realizzate ad emergenza in atto;
    • Post-emergenza: azioni realizzate ad emergenza conclusa con l’obiettivo di gestire il territorio fino all’avvio della ricostruzione, predisponendone i processi e le procedure;
    • Ricostruzione: azioni poste in essere durante il processo di ricostruzione.
  • Settore: Questo campo è modellato come una macro categoria che indica il settore di riferimento della scheda (e.g. Ambiente, Scuola, … ), valido per ogni Fase. Nel tempo, i settori possono essere modificati per poter classificare meglio le schede.
  • Tipo di Rischio: Indica la tipologia di rischio che viene in rilievo nelle esperienze e che le raccomandazioni si prefiggono di gestire. Esempi sono: rischio sismico, rischio sanitario, rischio idro-geologico, etc.
  • Ambito e Tag: Definiscono in modo specifico l’ambito di applicazione della scheda attraverso parole chiave introdotte liberamente per meglio specificare l’azione oggetto della scheda.
  • Codici SDG: I 17 Sustainable Development Goals (SDG) che compongono l’Agenda 2030 si riferiscono a diversi ambiti dello sviluppo sociale, economico e ambientale, che devono essere considerati in maniera integrata, nonché ai processi che li possono accompagnare e favorire in maniera sostenibile, inclusa la cooperazione internazionale e il contesto politico e istituzionale. Ogni goal ha obiettivi specifici da raggiungere nel corso dei prossimi anni. Il campo Codici SDG classificano la scheda rispetto ai 17 SDG dell’Agenda 2030 dell’ONU.
  • Codici DAC-CRS: All’interno dell’Ocse opera il comitato per l’aiuto allo sviluppo, noto con l’acronimo inglese “DAC” (development assistance committee).L’OCSE mantiene vari elenchi di codici che vengono utilizzati dai donatori per riferire sui loro flussi di aiuti alle banche dati DAC. Inoltre, questi codici vengono utilizzati per classificare le informazioni nei database DAC. Il campo Codici DAG-CRS classificano la scheda del rispetto dei codici CRS (Common Reporting Standard) del comitato DAC dell’OCSE.

RACCOMANDAZIONE

Descrive la raccomandazione elaborata a partire dalle esperienze maturate riferite. È la sintesi dell’esame critico delle esperienze incluse nella scheda, finalizzato ad individuare azioni ritenute proficue da compiere per il settore specifico. Inoltre, include le seguenti sottosezioni:

  • Errori da non commettere: azioni risultanti dannose o del tutto inutili nella gestione delle procedure o azioni relative al settore specifico. Se ne sconsiglia la nuova adozione in casi analoghi.
  • Criticità: aspetti che presentano maggiori criticità e che condizionano in misura rilevante la scelta delle azioni da adottare nello specifico settore.
  • Misure di successo: misure o indicatori da monitorare che possono essere utilizzati per descrivere l’efficacia dell’azione.

IN PRATICA

Descrizione dell’esperienze concrete dall’esame delle quali sono state formulate le raccomandazioni. Il numero delle esperienze riportate è variabile e dipende dai progetti reali a cui il team di Territori Aperti ha accesso nel tempo. Questa sezione è organizzata in esperienze, ciascuna descritta con i seguenti campi:

ESPERIENZA <nome ente>
  • Ultimo aggiornamento: Indica l’ultima data di aggiornamento relativa all’esperienza.
  • Obiettivo: Indica la finalità per la quale è stato necessario svolgere l’esperienza.
  • Ente: Riporta l’ente presso il quale è stata svolta l’esperienza.
  • Tipo di Disastro: Dettaglia il tipo di disastro per il quale è stata necessaria l’esperienza. Esempi: sisma, alluvione, pandemia da SARS-CoV-2, etc.
  • Anno: Riporta il periodo di riferimento dell’esperienza.
  • Descrizione: Descrive l’esperienza svolta.
  • Numero di beneficiari: Indica la stima del numero di utenti beneficiari dall’esperienza.
  • Numero di persone coinvolte: Riporta il numero di persone coinvolte nello svolgimento dell’esperienza.
  • Costi: Riporta  i costi impiegati nello svolgimento dell’esperienza.
  • Criticità: Descrive gli aspetti più critici ed importanti evidenziati durante lo svolgimento dell’esperienza.
  • Cosa abbiamo imparato: Individua  aspetti non considerati all’inizio dell’esperienza ma determinanti nell’elaborazione delle raccomandazioni
  • Fonte: Riporta la fonte da cui sono state ricavate le esperienze citate ed esaminate.