La ricostruzione degli edifici scolastici

La scheda descrive i progetti di ricostruzione degli edifici scolastici nei territori colpiti dai sismi del 2009 e del 2016-2017.

Fase: Post emergenza
Settori: Scuola
Tipo di rischio: Sismico
Ambito: Servizi Alla Popolazione Scolastica
Codici SDG : 04-Quality education
Codici DAC-CRS : 11110-Education policy and administrative management, 16061-Culture and recreation, 11120-Education facilities and training, 11220-Primary education, 11250-School feeding

Raccomandazione

Nell’ambito dei progetti che riguardano la ricostruzione degli edifici scolastici a seguito degli eventi calamitosi, si raccomandano una serie di azioni mirate al miglioramento delle condizioni e dei contesti di riferimento degli studenti ma non solo, anche della popolazione, che può ritrovare nella scuola un elemento cardine della socialità. Tali azioni si possono sintetizzare in:

  • Progettare nuove scuole è un’azione che guarda al futuro, ma è un processo che inevitabilmente parte dal presente, dalla comprensione dei bisogni delle persone e delle comunità – scolastiche e territoriali – da integrare in una visione attuale e lungimirante dei rapporti fra insegnamento e architettura, che si concretizzi in nuovi ambienti di apprendimento efficaci e funzionali.
  • Tenere conto nella fase di progettazione dell’importanza della relazione fra la funzione scolastica e la sua forma, concretizzata nell’edificio. La forma architettonica ospita una funzione, talvolta ne sottolinea l’importanza, ne incarna i valori, ne amplifica il carattere; ma essa deve anche adattarsi nel tempo alle sue variazioni, ai bisogni che via via si manifestano nel corso del suo uso e che non sempre sono prevedibili al momento della sua costruzione. Tenere conto anche della possibilità di un utilizzo diverso dell’edificio nel futuro.
  • Realizzare edifici in cui siano garantite la sicurezza antisismica e idrogeologica, perché le scuole devono poter essere il luogo più sicuro e punto di riferimento per tutta la popolazione in caso di calamità.
  • Realizzare edifici ad elevata efficienza energetica, per migliorare la vivibilità degli spazi e diminuire i costi economici puntando alla Classe energetica massima e a un bilancio energetico attivo.
  • Tenere in considerazione il benessere e la salute di chi la frequenta, prevenendo l’inquinamento indoor causato dai materiali usati, dall’inquinamento acustico, dall’inquinamento elettromagnetico.
  • Non tralasciare la progettazione del sistema della mobilità per raggiungere gli edifici.
Errori da non commettere

Tra gli errori da non commettere, possono essere annoverati i seguenti:

  • Sottovalutare uno degli aspetti fondamentali del processo di ricostruzione degli edifici scolastici, ossia il dialogo fra tutti gli attori. Infatti una scuola ben pensata richiede la partecipazione attiva di esperti in diverse discipline della progettazione e dell’educazione, ma sarebbe fondamentale individuare il modo per dare voce strutturata all’intera comunità educante in un percorso che parta dall’ideazione e arrivi fino all’appropriazione della nuova scuola nell’ottica di un’assunzione collettiva di responsabilità di un bene comune.
  • Sottovalutare, oltre alla qualità architettonica, l’impatto che i nuovi spazi potranno avere sull’apprendimento di studentesse e studenti dei prossimi  anni, sulle modalità di insegnamento, sui genitori e sulla comunità scolastica nel suo complesso, oltre al ruolo che potrà avere nel contesto territoriale in cui è inserito. 
Criticità

Dalle diverse esperienze si possono estrapolare le seguenti condizioni che potrebbero determinare criticità:

  • La ricostruzione delle scuole danneggiate dal sisma, benché avviata immediatamente dopo gli eventi, è andata avanti sinora tra difficoltà e lentezze. Le semplificazioni normative introdotte negli ultimi anni non hanno ancora prodotto interamente i loro effetti ed i soggetti attuatori, spesso piccoli comuni, non sono sempre in grado di espletare tutte le procedure necessarie per avviare i lavori con la necessaria e possibile velocità.
  • Una grande criticità evidenziata, presente anche nel periodo pre-sisma è il continuo cambio di insegnanti e di Presidi. Il personale, generalmente non di ruolo in piccoli paesini di montagna, ha causato cambi dirigenziali dalla frequenza anche annuale; la mancanza di costanza negli insegnamenti porta disagi a livello didattico ed organizzativo.
Misure di successo

La progettazione e la successiva realizzazione delle nuove scuole, pongono le basi per la realizzazione di nuovi ambienti favorevoli alla crescita e allo sviluppo cognitivo dell’alunno, per il miglioramento dell’offerta formativa, ma anche per la costruzione di uno spazio multifunzionale, che diventa un punto di riferimento per l’intera comunità. Le misure di successo che può adottare si possono sintetizzare in:

  • Realizzazione di nuovi spazi di apprendimento che dialogano in profondità con le caratteristiche del luogo per conferire alla scuola un linguaggio progettuale ricco quanto la ricchezza del territorio. Dare più qualità alle scuole vuol anche dire favorire la crescita di una cultura architettonica e urbanistica diffusa, superando l’immaginario ancora prevalente che porta a pensare le scuole come strutture logore e trasandate.
  • È importante che l’edificio sia concepito con il più basso impatto ambientale possibile e che le necessità di manutenzione, spesso costose e invasive, siano contenute al massimo. Per questo, in linea generale vanno privilegiate soluzioni low tech, che affrontino in maniera passiva le principali soluzioni legate agli impianti.
  • Va ripresa l’idea ormai superata che la scuola sia centro civico, tanto in quei contesti urbani dove mancano spazi di aggregazione, come pure nei tanti piccoli centri, dove spesso la scuola può rappresentare – se non l’unico – certamente lo spazio più adatto ad ospitare attività culturali e comunitarie. Si auspicano soluzioni progettuali che facilitino modalità innovative più aperte – a volte anche diffuse – in grado di modificarne anche il ruolo e l’apertura alle utenze esterne. Aprire abitualmente gli spazi della scuola ad altri utenti li rende conosciuti e familiari a molti.
  • Corti e cortili di molte scuole sono oggi sottoutilizzati, pur costituendo una grande risorsa per l’azione educativa. La pandemia, con la ricerca di maggiori spazi – anche esterni – per le attività scolastiche, ha reso ancora più urgente il loro inserimento fra gli ambienti di apprendimento. L’ambiente esterno è il luogo di elezione per fare esperienza non solo legata al contesto naturale, ma anche come prolungamento degli ambienti interni.

 

 

In pratica

  1. Ultimo aggiornamento: Aprile 2020
  2. Obiettivo:

    Il Sisma Centro Italia 2016 è stato il primo stato di calamità, dove parallelamente allo stato di emergenza ha avuto inizio la ricostruzione pubblica con la prima ordinanza specifica del Commissario Straordinario per la Ricostruzione Errani la n.14 del 16 gennaio 2017, che ha fatto partire, sin dai primi giorni post evento sismico, una ricognizione da parte di Reluis su richiesta specifica della Protezione Civile, che ha portato a circa 110 sopralluoghi per scuole, con lo scopo di identificare quelle con esito di agibilità “E” non riparabili.

    Da questa ricognizione sono state individuate circa quaranta scuole per le quali ne sono state individuate ventuno in ventuno comuni, che sono state destinatarie del primo piano di ricostruzione.

    A questa attività si è affiancata l’attività della task force del M.i.u.r. che nei primi dodici mesi ha supportato e facilitato l’attività di recupero e ricostruzione degli edifici scolastici. In particolare con:

    • Definizione, in collaborazione con la Protezione Civile, delle aree in cui realizzare tende e/o strutture modulari provvisorie ad uso scolastico.
    • Realizzazione delle strutture provvisorie, anche grazie alle donazioni ricevute.
    • Verifica della disponibilità di strutture scolastiche sulla costa (Marche) per le studentesse e gli studenti che hanno lasciato la propria residenza.
    • Coordinamento del supporto e delle donazioni attraverso il piano ‘Ripartiamo dalla scuola’.
    • Fornitura di materiali didattici, strumenti digitali e libri.
    • Fornitura di arredi scolastici.
    • Progettazione di laboratori e attività anche in orario extra-scolastico, in collaborazione con le principali associazioni.
    • Organizzazione del servizio di trasporto per le studentesse e gli studenti trasferiti provvisoriamente in altre strutture.
    • Organizzazione di percorsi laboratoriali e incontri formativi per la prevenzione dei disturbi post traumatici sia per il personale scolastico che per studentesse e studenti.
    • Attività di formazione e informazione sul rischio sismico, in collaborazione con la Protezione Civile e con l’INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia).
    • Definizione di norme ad hoc per derogare al numero di classi e docenti, per la salvaguardia dell’anno scolastico 2016/2017 e per gli Esami di Stato.
    • Stanziamento, nel decreto Sud, di fondi e strumenti per garantire più docenti e personale Ata anche per l’anno scolastico 2017/2018.
  3. Ente: Comune di Loro Piceno
  4. Tipo di Disastro: SISMA
  5. Anno: 2016/2017
  6. Descrizione:

    In data 09.12.2016 è stato effettuato il sopralluogo presso la Scuola Primaria “Enrico Santini” a Loro Piceno (MC), dove nell’immediatezza dell’evento sismico, è stato confermato in buona sostanza quanto riportato sulla scheda AeDES, entrando però nello specifico ed arricchendo con descrizioni tecniche e documentazione fotografica quanto riportato nella scheda stessa.
    Si è partiti da una descrizione specifica e fotografica dell’edificio e del suo stato di conservazione per poi proseguire con l’analisi dei danni post sisma.

    Al fine di stimare, in modo chiaramente speditivo, la vulnerabilità sismica del fabbricato è stata utilizzata la metodologia di valutazione semplificata RE.SIS.TO®, che è una procedura brevettata, che si fonda sull’utilizzo di procedure semplici e trasparenti permettendo la valutazione comparativa della vulnerabilità sismica di patrimoni edilizi, con l’impegno di risorse e tempi limitati. Tale procedura non è inquadrabile tra le metodologie di valutazione della sicurezza previste nel Capitolo 8 delle Norme Tecniche delle Costruzioni 2008, ma è stata sviluppata per stimare il livello di sicurezza ai fini della definizione di un ordine di priorità di intervento.

    L’analisi è redatta, nella sua generalità, previa:

    • Ricerca della documentazione cartacea e in formato digitale relativa all’immobile con riferimento agli interventi pregressi e allo stato di fatto attuale.
    • Sopralluoghi ispettivi atti a verificare la corrispondenza degli elaborati allo stato di fatto oltre che indagini di tipo visivo sui principali elementi strutturali ispezionabili.
    • Compilazione della scheda CNR-GNDT di II livello. Il metodo prevede la valutazione di una resistenza “convenzionale” piano per piano dell’edificio, sulla base delle sezioni ed armature dei pilastri per ciascun piano, che viene successivamente ridotta in funzione dei parametri previsti dalla scheda CNR-GNDT.

     

    Il metodo prevede di accoppiare agli aspetti meccanici le valutazioni “esperte” di carattere qualitativo, mediante la compilazione di schede di rilevamento dello stato di fatto dell’edificio (GNDT II Livello), strumento consolidato a livello nazionale. Il connubio tra considerazioni di tipo quantitativo e qualitativo determina, attraverso apposite calibrazioni, la performance strutturale per il fabbricato in esame. L’uso di una metrica omogenea per le diverse tipologie strutturali consente una efficace comparazione delle prestazioni fornite dai fabbricati appartenenti al patrimonio edilizio considerato.

  7. Criticità:

    Una delle problematiche più rilevanti, che si sono riscontrate sono la scarsità della documentazione disponibile al momento del sopralluogo volto all’analisi e stima della vulnerabilità sismica, in particolare a disposizione dei tecnici, c’era:

    • La scheda AeDES, redatta in data 4.09.2016.
    • Le piante in formato pdf fornite dal tecnico comunale.
    • Una relazione su “Indagini Diagnostiche su alcuni Elementi Strutturali e Prove sui Materiali” redatta ad aprile 2015.

     

    Tutto quanto, ha creato delle difficoltà oggettive nell’analisi dettagliata dei danni riportati a seguito dell’evento sismico ed i particolare relativi a:

    • Elaborati esecutivi architettonici e strutturali.
    • Idoneità per carichi verticali.
    • Verifiche di vulnerabilità.
    • Interventi strutturali globali e/o locali effettuati negli anni successivi alla costruzione del fabbricato.

     

    Nel caso specifico l’edificio era stato inserito in un programma di miglioramento, ammodernamento ed adeguamento del patrimonio per l’edilizia scolastica, portato avanti dall’amministrazione, in relazione allo stato dei singoli edifici ed alle possibilità economiche dell’ente, che non aveva a disposizione fondi propri comunali, ma nemmeno risorse, limitandosi di fatto ad eseguire delle indagini diagnostiche su alcuni elementi strutturali e delle prove su dei materiali.
    Le risultanze di queste indagini di fatto hanno portato alla luce dei dati poco confortanti, ma in linea con le aspettative derivanti dall’età del fabbricato e dalla tipologia costruttiva.

  8. Cosa abbiamo imparato:

    Uno dei limiti del patrimonio pubblico nazionale ed in particolar modo del patrimonio scolastico, è che gli edifici non vedono associati ad essi il fascicolo fabbricato, del quale spesso si parla, ma che allo stato attuale non risulta per nulla codificato e reso obbligatorio, ciò di fatto rende impossibile la ricostruzione delle sequenze della manutenzione straordinaria ed ordinaria messe in atto sul singolo edificio, ma anche e soprattutto in fase di post-emergenza non permette di poter aver un quadro chiaro della stato attuale del danno presente post-evento.

  9. Fonte:

    https://territoriaperti.univaq.it/documenti-master-2019/

  1. Ultimo aggiornamento: Aprile 2020
  2. Obiettivo:

    Nel Comune di Venarotta, l’attenzione nei confronti dell’edilizia scolastica, è stato un argomento cardine posto sin da subito al centro dell’azione decisionale dell’Amministrazione. In esito dei provvedimenti assunti in fase Emergenziale, che hanno determinato l’inagibilità della scuola secondaria di primo grado e dell’edificio adibito a palestra, nella fase Post Emergenziale è stato necessario procedere a:

    • Riorganizzare le attività didattiche, stante la completa indisponibilità degli edifici danneggiati.
    • Assumere decisioni di concerto tra il Comune ed il Dirigente scolastico dell’I.S.C. di competenze del Tronto e Valfluvione, in esito al quale si è proceduto alla distribuzione degli alunni della scuola secondaria di primo grado – 44 alunni complessivi – entro alcune aule reperite entro l’edificio della scuola primaria, già caratterizzata dalla presenza di 69 alunni. La scuola dell’infanzia ha ripreso la propria attività presso l’edificio originario.
  3. Ente: Comune di Venarotta
  4. Tipo di Disastro: SISMA
  5. Anno: 2016/2017
  6. Descrizione:

    La riorganizzazione delle aule della scuola secondaria di primo grado entro l’edificio della scuola primaria  ha comportato:

    • Minime opere di adeguamento delle finiture delle aule disponibili individuate.
    • Il trasferimento delle attrezzature scolastiche.

     

    In tal modo sono state assicurate le condizioni tali da garantire la prosecuzione delle attività didattiche, senza compromettere in maniera significativa l’organizzazione della stessa, ma soprattutto è importante sottolineare che tale riorganizzazione non ha comportato alcuna spesa a carico della collettività, in quanto non sono state realizzate ulteriori opere di carattere temporaneo, quali container e simili. Naturalmente, anche l’assunzione di tali decisioni, che hanno comportato un grande sforzo di adattamento da parte degli alunni, rappresenta un elemento da assumere come modello, in quanto sono state ridotte al minimo le spese atte a garantire la prosecuzione della didattica.

    Per quanto attiene alla tematica dell’educazione motoria – essendo stata dichiarata inagibile anche la palestra scolastica – la stessa ha trovato soluzione con due importati contributi di aiuto e solidarietà:

    • Il primo, derivante dal Corpo dell’Aeronautica Militare, che ha provveduto alla donazione di un tendone provvisorio da adibire a palestra, posizionato nei pressi del parco pubblico, che gli alunni hanno potuto utilizzare già nell’immediato periodo successivo alla fase di Emergenza. L’Aeronautica ha provveduto alla fornitura ed al montaggio in completa autonomia. 
    • Il secondo, concesso dal Ministero dell’Istruzione, che ha stanziato un contributo di circa 200.000,00 Euro, per la realizzazione di un’altra struttura altresì da adibire a palestra scolastica, ma connotata da caratteri più duraturi (struttura in acciaio ad arco con telo in PVC, impianto di riscaldamento), demandando, in questo caso, l’attuazione dell’intervento ai sensi
      della vigente normativa al Comune stesso.

  7. Numero di beneficiari: 4
  8. Cosa abbiamo imparato:

    Già in Fase Post Emergenziale, sono state effettuate le prime scelte di indirizzo, la prima fra tutte quella di ricostruire il plesso nell’attuale ubicazione, mediante un intervento di demolizione e ricostruzione.
    Senz’altro, la delocalizzazione – stante le molte possibilità di aree disponibile – avrebbe comportato una molteplicità di benefici, tra i quali:

    • Maggiore spazio esterno, che, allo stato, non garantisce gli standard minimi del D.M. del 18/12/75;
    • Condizioni orografiche più favorevoli, in considerazione che l’ubicazione attuale risulta a mezza costa;
    • Minori vincoli di carattere compositivo, venendo meno la necessità di relazionare il Nuovo Plesso con altri edifici preesistenti non oggetto di intervento.

     

    Ciononostante, tutti i vantaggi che sarebbero derivati dalla delocalizzazione, si sarebbe determinato uno compenso troppo elevato, lasciando un “vuoto urbano” proprio nel cuore del Capoluogo cittadino, oltre a determinare una sottrazione di aree vergini, con conseguente ulteriore consumo di suolo.

  9. Fonte:

    https://territoriaperti.univaq.it/documenti-master-2019/

  1. Obiettivo:

    Il Comune di Pacentro è  censito come Area Interna, questo ha significato l’adesione al Piano ‘’Scuole d’Abruzzo – Il futuro in Sicurezza’’ promosso dall’ U.S.R.C. (Ufficio Speciale per la Ricostruzione dei Comuni del Cratere) e finalizzato alla riparazione e ricostruzione del patrimonio scolastico danneggiato dal sisma del 2009.

    Il progetto per la nuova scuola di Pacentro scaturisce da un lungo percorso di studio che si pone diversi obiettivi:

    • Recuperare uno spirito identitario territoriale.
    • Concepire una nuova struttura che riesca ad attrarre studenti dai Comuni limitrofi.
    • Pensare ad una Scuola che superi i limiti di una progettazione legata solo al rispetto dei parametri normativi ma che, al contrario, si interessi dei riscontri che può avere nella sfera cognitiva, sociale ed affettiva di uno studente.
    • Riuscire a coniugare al meglio l’utilizzo di un modello didattico innovativo con un impianto architettonico altrettanto ambizioso.
    • Garantire agli studenti la migliore preparazione all’interno di uno spazio pensato a misura d’utente.
    • Creare un luogo di incontro, di condivisione e scambio di idee. Una sorta di grande piazza dedicata alla crescita individuale e di gruppo.

     

  2. Ente: Comune di Pacentro - LAP_Laboratorio di Architettura Partecipata
  3. Anno: 2020
  4. Descrizione:

    Il progetto del nuovo polo scolastico è stato concepito all’interno di un percorso partecipativo che facesse emergere le necessità e le aspirazioni della comunità locale, ma in particolare dei futuri fruitori.

    L’edificio, per volontà dell’amministrazione, è predisposto per svolgere la funzione, in caso di emergenza, di Centro Operativo Comunale e punto di raccolta e prima accoglienza della popolazione. In questa configurazione l’edificio può accogliere all’esterno un insediamento in tenda per 80 posti letto oltre a sei stalli per caravan. All’interno la struttura può ospitare, in tre distinti ambienti dormitorio, altri 44 posti letto. Lo scenario C.O.C. prevede inoltre la presenza di una infermeria, alloggiata nell’area docenti, un locale soccorsi esterni e supporto, una sala riunioni e stampa, due ambienti destinati alle funzioni comunali (tutte alloggiate nel blocco elementari) e un grande spazio polifunzionale e mensa (agorà).

    All’esterno oltre alla piazzola atterraggio, è prevista un’area dedicata alla tensostruttura per le funzioni pubbliche del campo, un’area per lo scarico dei container merci di prima necessità e spazi per tre moduli docce e tre moduli bagni interposti alle piazzole tenda.

  5. Numero di beneficiari: 90
  6. Numero di persone coinvolte: 90
  7. Cosa abbiamo imparato:

    A valle dell’importantissima esperienza svolta, sono emersi alcuni elementi fondamentali:

    • L’importanza di creare un legame affettivo quando l’architettura si trova nella sua fase immateriale.
    • Si è rivelato essenziale il coinvolgimento degli utenti nella progettazione degli spazi scolastici. Perché la scuola sia un elemento confortevole, dove è piacevole trascorrere del tempo, è opportuno che lo spazio sia progettato a misura di utente con, alla base, la visione del progetto educativo che è frutto di un lavoro di ricerca che parte dai bisogni ma sa anche guardare oltre, verso un orizzonte che coniuga immaginazione e senso della realtà.
    • Altrettanto fondamentale è che l’amministrazione centrale e gli enti locali collaborino al raggiungimento degli obiettivi comuni. Questo avviene quando l’utente-studente diventa l’anima dell’edificio, oggetto dell’interesse di tutti i “portatori d’interesse” e questo emerge attraverso un percorso narrativo in cui sia possibile mettere in pratica i sogni e i bisogni di chi vive quegli spazi attraverso figure capaci di tradurre il progetto educativo in un progetto da costruire.

     

  8. Fonte:

    LAP – Laboratorio di Architettura Partecipata – https://www.progettolap.com/scuola-di-pacentro

  1. Ultimo aggiornamento: 2020
  2. Obiettivo:

    Nell’anno scolastico 2017/2018 viene inaugurato ad Amatrice un nuovo indirizzo scolastico, unico in Italia, il Liceo Scientifico Sportivo Internazionale. La sperimentazione viene presentata il 1° febbraio 2017 al Miur dalla Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Valeria Fedeli, dal sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi e dal presidente del CONI Giovanni Malagò.

    Il liceo scientifico sportivo internazionale, tanto voluto dal sindaco, oltre ad essere unico nel suo genere in Italia, mira, ovviamente, a:

    • Diventare un polo di attrazione per giovani di tutto il territorio.
    • Incrementare l’attrattiva nei confronti del Comune di Amatrice.

     

    Il piano di studi, di durata quinquennale e un massimo di due prime classi, è formulato con l’obiettivo di poter far praticare e studiare agli iscritti tutte le discipline sportive, dando anche a disposizione un convitto dedicato e un’innovativa didattica digitale. Iscrivendosi e scegliendo l’opzione Sport e turismo, gli studenti possono formarsi come atleti o come tecnici sportivi con l’obiettivo, in quest’ultimo caso, di diventare professionisti in grado di seguire gli sportivi a livello motivazionale e fisico e di definire strategie di gara e tecniche innovative di gioco. Per migliorare la preparazione degli studenti in questo senso, il Coni ha in progetto di inviare periodicamente allenatori e professionisti nazionali del mondo dello sport.
    I ragazzi possono scegliere tra tutte le discipline sportive: dalle specialità sciistiche, all’atletica, fino ai giochi di squadra. Lo studio di due lingue straniere da l’impronta internazionale all’indirizzo che consente agli studenti anche di svolgere esperienze all’estero.
    Vengono previste, infine, convenzioni e accordi con le facoltà di Scienze motorie degli atenei italiani per il riconoscimento dei crediti agli studenti.

     

  3. Ente: Comune di Amatrice
  4. Tipo di Disastro: SISMA
  5. Anno: 2016/2017
  6. Descrizione:

    Il liceo viene attivato il primo anno nella struttura donata dal Trentino, fino alla grande inaugurazione, il 06.11.2019, del nuovo polo scolastico “Sergio Marchionne”. L’idea dell’intitolazione del Polo Scolastico, ex Romolo Capranica, in ricordo del primo caduto amatriciano nella I Guerra Mondiale, è stata proposta dal Preside e dagli insegnanti in onore di una figura fondamentale per la costruzione del nuovo edificio; fu Sergio Marchionne, infatti, ad annunciare nell’agosto del 2016 la decisione di Ferrari di aiutare le popolazioni colpite dal terremoto mettendo all’asta il 500° esemplare di una “LaFerrari”.

    Questo impegno si è poi concretizzato, in accordo con la comunità locale, nella scuola di Amatrice a cui vennero destinati i 6,5 milioni di euro del ricavato. Un valore record mai raggiunto prima da una vettura del XXI secolo e soprattutto un record di solidarietà. Oggi il polo scolastico Marchionne è una scuola
    d’eccellenza, su modello dei campus americani.

    Al suo posto, prima della costruzione, sorgeva il centro donato da Save the Children, smantellato e portato nel Comune di Posta (RI) adibito poi a scuola provvisoria. L’inizio dei lavori per la nuova scuola targata “Ferrari” ha generato inizialmente profonda amarezza nella popolazione trentina poiché si pensava che il polo scolastico da loro donato potesse andare perso. Ma così non è stato, infatti, l’ex scuola dal 2019 ospita i ragazzi della scuola alberghiera e la biblioteca comunale.

  7. Criticità:

    Fra le criticità riscontrate in questa esperienza evidenziamo:

    • La perdita della grande struttura di Save the Children che viene smantellata per far posto alla nuova scuola, comporta la perdita di numerosi servizi che l’associazione proponeva ai bambini e ai ragazzi fin dalla prima emergenza. Già dal 2018 nessuno si occupa più del dopo scuola, del recupero scolastico pomeridiano o di altri servizi per l’infanzia. Si fa carico la Caritas italiana di proporre, in seguito, qualche attività pomeridiana di supporto.
    • Per quanto riguarda il liceo scientifico sportivo internazionale, di ambizione forse troppo grande per il territorio amatriciano, le difficoltà principali vengono presto alla luce e riguardano proprio la possibilità di mettere a disposizione agli studenti tutte le attrezzature e i luoghi necessari per
      sviluppare numerosi sport. Amatrice non ha impianti sciistici, non c’è una piscina, non c’è attualmente neanche una pista di atletica. Gli studenti vengono portati nel capoluogo di provincia per frequentare corsi specifici con viaggi di circa un’ora. Ampliare l’offerta sportiva è nei progetti
      della direzione scolastica.
    • Il Covid ha generato anche ad Amatrice tutte le problematiche riscontrate a livello nazionale. Fortunatamente, essendo il polo Sergio Marchionne un istituto del tutto nuovo, gli spazi ampi, sia delle aule che delle aree comuni, hanno permesso un più sereno svolgimento dell’anno scolastico.
    • Una grande criticità evidenziata, presente anche nel periodo pre-sisma è il continuo cambio di insegnanti e di Presidi. Il personale, generalmente non di ruolo in piccoli paesini di montagna, ha causato cambi dirigenziali dalla frequenza anche annuale; la mancanza di costanza negli insegnamenti porta disagi a livello didattico ed organizzativo.
    • Con riferimento al decentramento dell’Istituto alberghiero a Rieti è possibile dire che ha provocato fin da subito numerosi problemi per tutti quei dipendenti che risiedevano ad Amatrice, professori, addetti alle pulizie, accompagnatori, soprattutto per le vie poco praticabili post sisma. Si è lottato tanto e fin da subito per impedire che la soluzione della sede di Rieti non diventasse da “transitoria” a “definitiva”, infatti, con la costruzione del convitto Marchionne, almeno il primo biennio torna finalmente a casa.
    • Ad oggi un grande problema, segnalato da tanti genitori del posto, resta la mancanza di servizi per la fascia 0-3. L’asilo nido non è mai esistito sul territorio e una classe primavera da poter introdurre all’infanzia non è mai stata contemplata dai vari presidi che negli anni si sono succeduti a guida dell’Istituto.
    • La ludoteca “Piccoli passi”, di proprietà dell’omonima associazione, che oggi accogli bimbi per una fascia d’età compresa tra i 14 mesi e i 5 anni, ha dovuto, per necessità di cose, triplicare i prezzi rispetto all’apertura nel 2019, a causa del Covid e della conseguente riduzione dei posti messi a disposizione per i bambini.
    • Gli ormai quasi assenti finanziamenti esterni e il poco interesse delle amministrazioni comunali sulla questione infanzia non aiutano la ripartenza, soprattutto lavorativa, di molte famiglie. Va a risentirne ovviamente anche il tasso di natalità.

     

     

  8. Fonte:

    Fabiana Di Felice – “Sisma Centro Italia 2016 – il Comune di Amatrice: dalla distruzione materiale e sociale alla difficile ripresa post-emergenziale” – Master Territori Aperti A.A. 2020/2021

Chiara Capannolo
Chiara Capannolo